giovedì 23 dicembre 2010

Closed for holiday

USA-JAMAICA-MEXICO-CAYMAN ... prossimamente sui nostri schermi! Amici miei, anche per me è arrivato il momento di chiudere - per una decina di giorni, non disperate - il caro blog. Ci risentiamo nel 2011...fra poco si parte! Buon 2011, buon Natale, buon tutto... A presto!

mercoledì 22 dicembre 2010

Amistad

SPEZIA: oggi la mia paludona amata e odiata mi ha regalato una giornata bella. Con il Basket Follo abbiamo portato i regali ai bimbi ricoverati nel reparto di Pediatria, come sono stati felici! Ero un po' tesa, avevo fatto delle raccolte per beneficenza, ma mai visite del genere...insomma, mettete 20 persone di cui 10 almeno sopra il metro e ottantacinque in un reparto pieno di piccini da 1 mese in su, con tanto di genitori, non è cosa da tutti i giorni.. Ma per fortuna è andato tutto liscio, grazie alla buona volontà di tutti, e i sorrisi sono stati tanti. Anche questo pomeriggio ho incontrato persone che mi hanno incoraggiata, detto di non mollare, e di sperare di vedermi prima o poi ben sistemata. Sono molto motivata e anche convinta dei miei mezzi, ma sinceramente questo affetto e questo sostegno mi fanno sentire ancora più forte. W l'amicizia, gli "ammiratori", gli estimatori. Vi ringrazio tutti da qui.

martedì 21 dicembre 2010

Arsenalotti

SPEZIA: tornata da qualche giorno, tutto scorre tranquillo. Milano è sotto la neve e io sotto le luminarie e la pioggia, ma - clima (i) a parte - oggi mi sono "scontrata" ancora una volta con quella mentalità che tanto detesto, che mi irrita e che a volte mi fa vergognare di essere nata qui. "Arsenalotti"! Voi che leggete da fuori non potete capire: l'Arsenale, partorito da una pensata di Cavour, realizzato da Domenico Chiodo e già concepito dalla mente del grande Napoleone, è la croce ed è stato la delizia di questa città, a cui ha scippato una consistente fetta del territorio, dandole in cambio un latte nutriente e soporifero come una mamma padrona, capace di uccidere iniziativa e voglia di fare (e non entro in polemica con il trasferimento di gran parte delle attività in quel di Taranto, altrimenti facciamo notte). Quando dico che mi vien voglia di partire e andarmene via, principalmente lo faccio in estremo antagonismo a ciò che ha generato a livello mentale. Timbri il cartellino, fai il tuo con calma e pacatezza - ma occhio a non faticar troppo - devi uscire alle 12.30 e alle 12.25 hai già chiuso bottega, e se c'è qualche collega compiacente che marca presenza per te...beh, grazie e viva il giorno libero regalato. Questo way of life esce, però, dalle mura e ammorba molti - decisamente troppi - miei concittadini. Oggi ne ho avuto l'ennesima dimostrazione, grazie ad un commerciante talmente stronzo da rovinare il piacere di comprare uno dei pochi regali che farò, vista la dieta forzata del mio conto in banca. Entro nella sua cartoleria vicina a Piazza del Mercato alle 12.35-12.40, pensando che faccia orario continuato. Mi accoglie con un grugno, chiedo ciò che mi serve e mi indica pigramente lo scaffale, porgendomi due articoli in seconda battuta. Domando se ha un'altra cosa da aggiungere. Brutto idiota, ti sto comprando delle cose, non mi stai facendo un favore. Anche a questo giro gli serve il bis, forse è troppo duro di comprendonio, e si degna di sibilare un monosillabo. Già mi girano e medito di andarmene...e francamente non so perché non l'ho fatto. E quando un'altra donna entra nel negozio, la rimbalza scocciato e inizia la litania: "E qui la gente si crede che lavoro tutto il giorno. E non si riesce ad andare a mangiare ad un'ora decente (forse è ricoverato al Mazzini - ospizio comunale, nda - e se salta il mezzodì, non gli lasciano la minestra e il formaggino). E non si penseranno mica che io faccio l'orario continuato. E cosa me ne frega se comprano e se è Natale, tanto io vendo tutto l'anno." Perfettamente inutile ricordargli che a quell'ora forse hanno fame solo i bimbi dell'asilo e gli ultraottantenni e che se lascia la porta aperta, i potenziali clienti possono pensare che sia disponibile, come è successo a me. Ma il capolavoro arriva alla richiesta di avere un pacchetto regalo: protesta come un metalmeccanico incazzato per il mancato rinnovo del contratto, e quando la mia pazienza arriva al limite massimo, gli dico di lasciarmi le buste che me lo sistemo da me. E lui, che in un barlume di coscienza stava sistemando la confezione che fa? La molla lì a metà strada e mi dà il sacchetto con il regalo mezzo fuori e mezzo dentro. Ma ti venisse un agro! A te e tutti quelli che si comportano come te! Altro che cultura dell'accoglienza, del business: qui siamo al terzo mondo! Poi, salgo sull'autobus per tornare a casa, apro il mio libro in spagnolo che sto leggendo, e mi guardano tutti come fossi un'aliena volata da Marte sul mezzo arancione. E allora mi sento direttamente nel quarto, di mondo. Insomma, va bene il mare, le Cinque Terre e Portovenere, gli amici, la famiglia, parte del mio mondo, ma non posso farmi mortificare così da questa mentalità troglodita. Ovviamente, dal nostro cartolaio, non metterò più piede. E continuerò - per la cronaca - a leggere romanzi in lingua sul bus: se mi guardate strano, al prossimo giro mi metto a testa in giù, così il motivo per farlo stavolta almeno c'è.

venerdì 17 dicembre 2010

Under Zero

MILANO: ancora più freddo di ieri. Torno dalle mie escursioni e il termometrone al lato della montagnola segna -4; alle 19, assisto a questa scena: padre e figlio di circa 8 anni a correre insieme, e il genitore che incita il bambino come se fosse Usain Bolt alla finale dei 100 perché sta andando "troppo piano"! Ma io chiamo il Telefono Azzurro! All'ora di pranzo, mentre stavo andando a mangiare dalla Paolona (certe amicizie sono inossidabili come l'acciaio, e non mi metto a parlare di sua figlia Giulia, altrimenti scrivo solo di quello) mi faceva quasi male l'aria che entrava nel naso. E non esagero. Mi girava la testa. Era così insostenibile che ho rinunciato a vedere la mostra fotografica su Mick Jagger allestita lì vicino. Tornerò a farlo nel nuovo anno, ho già un'agenda fitta di "x" da tracciare. Ormai mi sento a casa, mi muovo bene nella città, anche se devo "collegare" le zone, avendo come riferimento la metro. Però, confesso, ho una forma mentis impostata sulla Toscana: qui è tutto diverso, mi viene automatico fare riferimento a certe architetture, a precisi colori, ad un gusto uniforme e ben definito, che caratterizza Firenze come Pistoia. Mi mancano il respiro rinascimentale, l'armonia di tanti tasselli che si incastrano alla perfezione, e anche quell'accento che mi piace tanto. Qui, invece - anche se le bombe della Seconda Guerra Mondiale hanno influito non poco - ci sono dei guizzi di signorilità ed eleganza appiccicati a posti inguardabili. Cammini e ti trovi un monumento storico inghiottito da metri cubi di cemento. Sarò forse troppo esteta, ma quando vedo queste cose, avverto un non so che capace di disturbarmi.

LAVORO: oggi ho un po' latitato. Inizio a sentire anche io l'aria vacanziera. Mi sono rivolta all'agenzia che mi ha suggerito il contatto "big", con tanto di setacciamento sito e offerte, ma la titolare mi ha detto che se non arrivo da un'agenzia di comunicazione non ho speranze. Non lo dico per scarsa umiltà, ma mi sembra un atteggiamento davvero stupido. Comunque il CV l'ho spedito.

CHIARA: circondata dal ghiaccio, sono come una bimba di 3 anni: pesto le aiuole per sentire l'erba scricchiolare sotto i piedi, infilo il dito nello strato bianco depositato sulle macchine, rido fra i denti - neanche tanto - quando vedo la gente che corre con i pantaloncini corti semiassiderata. La giornata scorre tranquilla, domani faccio le valigie e me ne torno. Sarà quel che sarà. Se potessi esprimere un desiderio per il mio futuro, vorrei fare la scrittrice, collaborare con qualche giornale, vivere tranquilla e serena fra Firenze e Riomaggiore con una persona accanto che mi entri nelle corde. E un blocco da disegno su cui mettere le mie idee.

mercoledì 15 dicembre 2010

Ice, ice baby

LAVORO: ce l'ho fatta! Ho incontrato uno dei miei contatti "big", ed è stato decisamente all'altezza delle aspettative: ho aspettato tanto, ma ne è valsa la pena. Sono stata un po' insistente, contrariamente al mio carattere, ma se non si spinge qui non si arriva da nessuna parte. Abbiamo analizzato i punti forti e quelli deboli del mio profilo, il mercato, come e a chi proporsi, in che modo "tagliare" il CV, mi ha detto che esiste un'interinale specializzata nelle ricerche per il mondo della comunicazione (ovviamente domani chiamerò in sede) e proverà a mettermi in contatto con alcuni professionisti del settore. In più, mi terrà in considerazione se con la sua agenzia si occuperà nuovamente di ufficio stampa. Meglio di così.... mi ha anche fatto il colloquio accogliendomi in casa sua. Ottimo. Questa conversazione mi ha molto gasata, anche perché è stata "sugosa" e ho avuto tutte le risposte che volevo da una persona che dev'essere quadrata, "tosta", determinata. E abbastanza sportiva perché ci siamo subito dette - non certo per mia iniziativa, ormai ho imparato - che apparteniamo a schieramenti politici opposti. In più, ho scoperto che la Karin, altra amica che ho incontrato nei miei giretti di public relations (voto 10 al suo sugo e al dolcino di riso soffiato), vive di fianco ad un giornalista di Metro e collabora come modella con un'agenzia che ha contatti buoni con diverse redazioni. Assoldata anche lei. Sto diventando veramente una spaca marùn. Sopportatemi, è per una giusta causa.

MILANO: Menotre...menoquattro...temperature in picchiata, tutto è avvolto dalla brina. Passeggio per la montagnola in direzione metro e mi pare di essere in una valle di cristallo. Menomale che non si scivola! In compenso, già temprata dalla battaglia contro il termometro combattuta ieri, ho studiato una soluzione efficace: consumo costante di gianduiotti (spero che non finiscano tutti nella pancia) e strato quintuplo di maglie, così costituito: canottierina mezza schiena, canottiera spalle larghe, lupetto, maglia a v (tutto nero ton sur ton) e maglione spesso 1cm di lanona con collo alto, già che ci siamo. Ovviamente, ai piedi ho gli Ughi morbidi e caldi che ho comprato in Australia. Quando me li sono provati nel negozio a Fremantle, ho avuto la premonizione: non so perché, ma li ho immaginati mentre percorrevano uno dei tunnel della MM. Sette mesi dopo si è avverata. Si ghiaccia, ma non per questo si ferma la mia rincorsa spasmodica verso arte e mostre, incastrandola con la ricerca del lavoro, che ovviamente tengo in primo piano: oggi - sempre per il capitolo Sindrome di Stendhal - ho ammirato, la "Donna allo Specchio" di Tiziano, prestata eccezionalmente dal Louvre a Palazzo Marino. Che dire...ogni commento è superfluo, quindi non mi cimenterò in considerazioni di tipo critico, ma a parte la "solita" ottima organizzazione, inizio ad apprezzare la commistione di pubblico e privato nel mettere la cultura alla portata di tutti. Dopo il Museo del '900 di ieri, il secondo esempio di capolavori - e non uso a sproposito il termine - visibili gratuitamente; gradita sorpresa, in questo caso, la guida omaggio. Domani, se riesco, ho invece in mente la seconda mostra rock del mio soggiorno milanese. Ah, miracolosamente ho scovato qualche panchina, solo che con questo freddo, non ho resistito più di un minuto seduta. Chi ha il pane, non ha i denti.

CHIARA: sono decisamente gasata dall'incontro di questa mattina, era la chiave di volta che aspettavo. Almeno spero. Ma questa persona mi pare talmente concreta, che non penso abbia perso tempo a raccontarmi fandonie. Insomma, penso di potermi fidare. Lavoro a parte, oggi ho rivisto da lontano, e mi sono ricordata che si trovava proprio lì a distanza - udite udite - di 23 anni, la sede del Museo Poldi Pezzoli. Mi ci aveva portata la nonna Anna, per vedere se mi piaceva la pittura, ed è stato colpo di fulmine. Sono stata a studiare il ritratto femminile del Pollaiolo - non a caso oggi simbolo del Museo...ero già buongustaia ante litteram - per minuti. Da allora, non mi sono mai stancata di ammirare. Passando dal sacro al profano: le basse temperature non fanno per me! Al diavolo il freddo, la brina, la neve. Ma cosa li hanno inventati a fare! In ogni caso, ho maturato una certezza: questi gradi sottozero serviranno a farmi godere di più quando metterò piede in Jamaica!

(Speciale) Sindrome di Stendhal

MILANO: appena ne ho sentito parlare alla televisione ho scommesso con me stessa: quanto tempo riuscirai ad aspettare prima di andarci? E tanto non mi conosco.. ieri sono arrivata a casa alle sette e mezza, stasera, una volta finiti i miei giri, ero già all'appello. Troppa la curiosità di vederlo, di ammirare le opere al suo interno, famose e non. Andateci anche voi: il Museo del '900 è veramente da non perdere. Il bagno di emozione inizia con il "Quarto Stato" (ho scoperto oggi dalle didascalie che Pellizza da Volpedo si è suicidato in seguito all'insuccesso della sua tela, per tragica ironia della sorte diventata poi celebre in tutto il mondo). Visto dal vero è monumentale, vive, fa rumore. Poi Boccioni, meraviglioso, Carrà, con il suo Cavaliere Rosso che sguscia dalla cornice, De Chirico, Picasso, fino a Fontana, Burri. Un'indigestione, con un fil rouge legato inscindibilmente alla città. Cosa mi ha colpita di più? Oltre alla tela che inaugura la fantastica galleria, "La convalescente" di Arturo Martini, scultura così intensa e verosimile che ti viene da farle una carezza, e "Malinconia" di Sironi, un grande che conosco poco e la cui opera dovrò approfondire. Ci sono anche espressioni che proprio non capisco (confesso che per me l'arte si ferma agli anni Cinquanta), ma provo a comprendere, e mi pare di esserci entrata un po' più dentro. Davvero magnifico e suggestivo questo viaggio: mi dà quasi un piacere sensoriale stare immersa in questi corridoi. E' serotonina, elevazione, mente che si apre, identificazione. L'unico neo, le didascalie a formato "nano", scritte con caratteri impossibili da leggere se non ti abbassi. Solo che poi ti viene la gobba di Andreotti. L'esposizione, partita con una grandiosa spirale, si conclude con un salone panoramico con vista su Piazza del Duomo, meravigliosa sotto le luci del Natale. E' così bella, che quasi quasi alla Moratti le perdoneresti anche quello sgorbio della boutique Tiffany che ti prende a pugni gli occhi da laggiù. Piccola postilla: dopo aver ammirato questi capolavori, se risento chiamare i finiani "futuristi" inizio a scrivere alle redazioni per protesta!

martedì 14 dicembre 2010

Back to roots!

LAVORO: Si avanza al 50% con i contatti: dei due "big", uno si è fatto sentire, l'altro ha ripaccato. Ho provato a rintracciarlo, ma niente. Spero di riuscire a fare questo benedetto summit! Nel frattempo, avanti con le interinali che avevo sentito per telefono. In una mi sembrano parecchio interessati al mio profilo, nell'altra, invece, mi volevano propinare un centralino: senza nulla togliere, ma non mi trasferisco qui per tirar su una cornetta. Sono schizzinosa, lo so, però voglio fare un lavoro per cui valga la pena trasferirsi. Altrimenti, che senso ha? Un impiego non in linea con il mio profilo posso trovarlo anche da me, dove spenderei meno e potrei continuare la collaborazione con La Nazione. Ma perché non mi assumonooooooo... sob sigh piango. Nelle altre, niente è degno di nota, a parte la recruiter che mi avrà presa per lesbica visto che le guardavo i nei modellobrunovespa fra collo e scollo, e sicuramente avrà pensato che le stessi fissando le tette. Pensare che mi sono fermata solo a considerazioni di tipo dermatologico... Eccezionale la Metis di Via Vittor Pisani: la sede è dotata di stretta feritoia dove introdurre i nostri CV...l'avrei mezza fotografata, valeva la pena! E dove siamo, alla Fortezza di Sarzanello? La mia petit Coolpix ci voleva proprio, solo che sono talmente carica, che mi ci manca dell'altro, poi divento grigia, mi crescono a dismisura le orecchie e inizio a ragliare! Domani farò un lavoro utile: censimento delle TV locali satellitari dove poi manderò i videocv. La mia cuginetta Manù mi ha parlato di un contatto che se fosse fruttuoso, equivarrebbe ad un terno al lotto. Ovviamente, ho cercato di infonderle un po' di faccia di qiulo, oltre a dotarla del mio Curriculum, per farmi da gentil ambasciatrice.

MILANO: se le ho dato il CV, ovviamente sono riuscita a vederla! L'ho trovata proprio bene, carinissima e ormai grande; insieme abbiamo preso un piatto "tipico" milanese: cous cous con pollo. Oggi ho scientificamente provato che gli spezzini vivono ovunque: nella sua stessa azienda lavora Ale, amico di un mio caro compagno di classe, e in metro incontro Elisa, la sorella della Ele, altra amica di scuola. What a small world!!! Appuntamento per pranzo sotto la sede del Sole 24Ore in Via Monterosa. Beh, che dire, leviamoci il cappello. Uno scorcio di strada interessante: edificio modernissimo, di fronte ad un centro sociale decorato da manuale! Graffiti perfetti su una casa d'epoca. E se di solito sono una ferma sostenitrice dei restauri e della conservazione dei nostri beni, questa contaminazione la adoro. Come un mash-up assortito con i fiocchi. Alle 13, sciamano giornalisti ed impiegati dal portone, e come i pesci quando sono fuori dall'acqua cercano il loro habitat con boccate spasmodiche, questi si attaccano alle loro sigarette: non ho mai visto tanti accendini in azione tutti insieme. Forse solo quando Vasco ha cantato "Alba chiara" al Picco, ma quella era un'altra storia. In uno dei miei giri alla ricerca della tazza perduta (che non è quella del bar), passo dal fianco della Feltrinelli, e contraccambio il sorriso che mi fa da una gigantografia il trio delle meraviglie milanesi: Fo, Gaber e Jannacci. Sembra quasi viva, non fosse per le dimensioni.

CHIARA: mi fanno male i piedi! Sul serio! I miei stivali della Révolution mi hanno tradita...non me lo sarei mai aspettato...forse non sono devoti a Robespierre, ma monarchici! Una cascata di acqua calda e un massaggio con crema sono stati quasi ininfluenti. Domani al diavolo lo style, tornerò agli Ughi. Mi mancava la maglietta con lo smile, poi potevo far concorrenza a Forrest Gump. Da Viale Certosa a Piazzale Lotto, da Via Fara a Missori, fino al Duomo, con telefonata dello Stelon e della mia cara Danielina di Roma, che mi fa compagnia mentre mi perdo in un gigantesco cantiere, così grande che mi dà lo stesso straniamento delle cave di pietra. Intanto, mi sono regalata un altro libro in spagnolo, da tasca. Il grande Ernest continuerò a leggerlo, ma per la metro mi serve qualcosa di meno voluminoso e più agevole: "El amante bilingue" (per i figli di Cervantes, non trovo la dieresi...) di Juan Marsé, a quanto pare celebre romanziere iberico. Ignoranza mia, non lo conoscevo, ma vedo - con grande godimento - che lo leggo bene e scorre che è un piacere. Solo che di questo passo lo finirò prima di venerdì. Oggi ho trovato un feticcio: uno zuccherino con scritto I <3 coffee. Mancava la mia faccina sopra! Ovviamente, ne ho preso uno tutto per me. Dopo pranzo, dopo averla vista sulla cartina, faccio un salto in Via Sebastiano Dal Piombo, dove decenni fa abitava mia nonna. Un ritorno alle mie radici, per vedere da dove arrivo. Ma, anche se la zona è bella, sono davvero poche le case di quel periodo arrivate fino ad oggi. Subito volevo chiamarla, ma poi che le avrei raccontato? Di una strada che si è ricostruita dopo una pioggia di bombe, che poco ha a che fare con le vie circostanti ed è costellata da palazzi senza personalità? Lasciamogliela ricordare com'era. La camminata continua, muoio di freddo, mi scappa la pipì come al solito, e devo anche pagare un euro per farla in stazione. O ladroniiii!!!! E qui la ligure seppellita dentro di me schizza fuori che è un attimo. Aumenta il conto con Atm, che forse vuol fare a gara con Trenitalia e mi fa aspettare il 69 per 40'...è inutile che esco con tre maglie e poi mi tocca fare la stalagmite alla fermata, imprecando contro la malasuerte. Menomale che a casa c'è la Pro Recco su SportItalia, almeno mi rifaccio gli occhi. Ma vederli a bordo vasca, non ha prezzo. Altro che digitale. Cari amici e lettori, voi che mi sostenete e mi seguite, è arrivato il momento di svelarvi il mio metodo. Come faccio a ricordare tutte queste cose? Vi chiederete. Semplice, e non si tratta di una memoria fenomenale: se vedete una lungagnona con baschetto nero, taccuino, fogli volanti che annota mille cose mentre cammina, avrete la vostra risposta.

lunedì 13 dicembre 2010

Milano, ancora

MILANO: dopo due settimane sono tornata...oggi è una giornata tranquillissima. Viaggio in compagnia, un po' del mio amico Matteo, pescato sul binario a Spezia, un po' di un pallanuotista del Brixia Brescia di A1...troppo giovane! Però sono una grande, dopo averli visti con la Pro Recco, ho riconosciuto al volo il simbolo del club. Cena con compagnia improvvisata e simpatica, poi si torna nella mia stanza. Ho un negozio di maglioni...con le previsioni terrorizzanti per quel che riguarda le temperature, mi sono munita.

LAVORO: aspetto news dai miei contatti, e domani passerò da altre agenzie, intanto. La scorsa settimana volevo spedire parecchi cv, invece fra Tele Liguria e Nazione, ho lavorato e ho trascurato un po' la mia ricerca. Riprendiamo alla grande.

CHIARA: sono serena, so che sto facendo quello che posso e questo mi fa stare in pace con me stessa. A dire il vero, in questa ultima trasferta milanese del 2010, mi sento meno "cattiva", nel senso che ho meno spirito belligerante. Ero convinta di trovare più occasioni, invece non è che fino ad ora siano piovute. Ma non si tratta di una resa, o tantomeno di perdita di mordente, solo strategia e un minimo di rilassamento fisiologico. Per quanto riguarda la convinzione, sono tale e quale a prima. Nuova sfida: ho iniziato a leggere "Islas en el Golfo" del grande Ernest in spagnolo...da poco finito "Il giorno della civetta" di Sciascia. Grandioso.

giovedì 9 dicembre 2010

Ho visto un fantasma!

LAVORO: che si fa quando c'è di mezzo la distanza? Ci si affida alla tecnologia, no? Vale nelle storie d'amore, con i vari msn, facebook e skype, ma anche nella ricerca del lavoro. Internet+telefono: si continua a far telemarketing (non finisce mai!) e mi sono anche fissata alcuni appuntamenti nelle agenzie per la prossima settimana. Il programma si delinea, domani voglio, invece, scrivere le lettere di presentazione per le tv e spedirle entro il week end. Oggi nuova conferenza, unico evento degno di nota, il bel tipo che si siede nella sedia di fianco. Aveva un solo difetto: somiglia troppo al mio ex perugino...quando l'ho visto ho fatto un salto!

MILANO: fra poco ritorno!

CHIARA: sono proprio tranquilla oggi. A parte il mio ex datore di lavoro che continua a prendermi per il ****, per non darmi i soldi che mi deve - per un impiego che mi ha commissionato - e fa di quelle figure che anzi mi seppellirei.

mercoledì 8 dicembre 2010

Santambroeus

LAVORO: oggi mi sono un po' presa una pausa, come se fosse sabato. E in effetti è un prefestivo. Mi dedico alla Famigghia, faccio un'intervista per TLS ad Elisabetta, scenografa e videomaker spezzina, con due dei bambini protagonisti del corto da lei realizzato. Non scherzo, è più interessante dare la parola a loro che a tanti tromboni abituati a parlare per frasi fatte: non c'è bisogno di ripetere, sono sicuri davanti alla telecamera, spontanei e rispondono battuta per battuta, con una genuinità che si perde dopo i quindici anni. Mi sono davvero piaciuti, e fra l'altro sono convinta di aver fatto pubblicità ad un prodotto interessante. Stasera, in un dopocena bagnato fradicio, ho incontrato Fabio, poeta spezzino. Abbiamo fatto quattro chiacchiere, e purtroppo anche lui mi è sembrato l'ennesimo esempio di come una persona che ha tanto da dare, con una qualità e un'intensità che sarebbe peccato mortale gettare alle ortiche, crede in quello che fa, come al solito - in questo paese e soprattutto in questa città - dovrebbe vivere d'aria. Ancora una volta, la cultura è sotto i piedi, non ti dà da campare e non riesce a diventare fedele compagna di vita, a meno che tu non sia un ricco ereditiero che non deve pensare a come portare a casa la pagnotta o, ovviamente, il solito paraculato. Vorrei davvero che avesse la sua chance, se la merita. Anche perché sono convinta che darsi alla poesia oggi, richieda una considerevole dose di coraggio.

MILANO: oggi è Sant'Ambroeus. Non c'è bisogno di dire altro...o forse sì. Patrono porta un po' di verde, di cessi e di panchine. Porta un po' di solidarietà, umanità, lentezza. Porta via un po' di nebbia e di smog. Porta un po' di gusto nell'assaporare il cibo, i momenti insieme, il convivio. Porta anche un lavoro per la sottoscritta, mi raccomando: non te lo dimenticare. E continua a portare cultura, sapere, fermento intellettuale, come quelli che già animano la città, e hanno alfieri come Daniel Barenboim, coraggiosi nell'alzare la voce per difendere ciò in cui credono. La Scala insegna. E nessuno sentirà la mancanza di Bondi.

CHIARA: mal comune mezzo gaudio? Nossignore. Desidero fermamente che questo paese cambi. Voglio essere speranzosa: questa crisi può forse insegnarci qualcosa. Dopo mesi di grigiore senza passioni, qualcosa si muove. Nel frattempo, ho dedicato la serata a sperimentare l'efficienza dei miei reni: Coca Zero 33cl, acqua naturale 65 cl (un bicchiere l'ho lasciato alla mia amica Alice), "bireta" 1 33 cl, Tennent's 33 cl. Funzionano! Secondo me sono lustri come la corona di the Queen.

martedì 7 dicembre 2010

Il lunedì, è lunedì anche da disoccupata

LAVORO: a Spezia trovo sempre qualcosa da fare: dopo La Nazione double (doppietta con sabato), oggi TLS Giornale. Però, anche se non l'ho letto male, dopo oltre un mese che mancavo, ho sentito la differenza. Meno sciolta, anzi no: mi sto vedendo in replica, ero ok. Nera con qualche inserto luccicante e il mio bel rossetto rosso sono quasi natalizia. Mi sono spaccata su internet, reiscritta a Infojobs (un'ora circa per compilare tutto il form, ho la nausea), con offerta interessante per organizzazione di eventi, a cui mi sono candidata. Tanto siamo solo 93 ad aver fatto domanda...Poi, sinceramente, devo capire se è un bidone clamoroso quel sito o no. Bah. Sono un po' scettica. Cresce la lista delle liste di vari portali cercalavoro. Uno tira l'altro, come le ciliegie. Dovrei far le ricerche su internet di professione. Ma sono stanca morta, è ora di andare a nanna.

SPEZIA: il pisciatoio d'Italia non smentisce la sua fama: diluvia diluvia diluvia. In 300 metri riesco a bagnarmi anche le calze, non smette più, sembra il film de "Il corvo". E io ho voglia di andare in giro all'aria aperta, tanto sono già alta, non serve innaffiarmi ulteriormente.

MILANO: domani è Sant'Ambroeus. Saranno tutti agli Obei Obei, l'anno scorso c'ero anche io. Milano, anche se non ci vivi, esiste ogni giorno nelle nostre vite: ho visto un servizio sul nuovo museo dedicato all'arte del Novecento, devo andare al più presto. Che meraviglia. Inizia la sindrome da sdoppiamento, fenomeno che succede quando vivo in due posti diversi: sono in riva al Golfo e penso a prendere un aperitivo in Piazza della Vetra. Ordine, ordine!

CHIARA: anche da disoccupata sento il lunedì. Vi pare normale?

venerdì 3 dicembre 2010

Il giorno dell'ira

LAVORO: fra mille cose arretrate da fare qui a Spezia, ho preso buste, indirizzi e necessaire per spedire i miei Videocv: ho selezionato alcune redazioni che secondo me potrebbero essere ottimali. Stamattina è uscito il mio pezzo in prima pagina sulla Nazione, con tanto di titolone sulla civetta. Vorrà dire qualcosa. Secondo il caporedattore "me la sono cavata egregiamente" con un pezzo difficile. Ah Gesù, va tutto alla rovescia...soddisfazione alle stelle, ma perché non posso vivere di questo? Domani altro articolo dall'Agroalimentare. Ipotesi di impiego su Spezia, mie proposte per colmare alcune lacune nel settore turistico. Passo dall'interinale in cui offrono quel posto nelle risorse umane che mi hanno segnalato ieri, ma per tutta la giornata non riceve il pubblico. Ritornerò lunedì, tanto fra ponti e patroni, sarebbe inutile salire a Milano.

MILANO: non ci sono, ma sento gli amici. Idea: salire un po' prima per andare alla Fiera dell'Artigianato.

CHIARA: sono nera, incazzata nera. E scusate il francesismo. L'altra faccia della disoccupazione (mettete fra parentesi la mia collaborazione al giornale: prestigiosa, soddisfacente, ma purtroppo poco redditizia) è che - ovviamente - i soldi scarseggiano. Posso assicurare che sotto le feste la mancanza si avverte almeno il triplo. E quando ti devono arrivare da varie parti almeno mille euro che restano fantasma, guadagnati con lavori regolarmente svolti, il nervosismo aumenta. Se però, mentre in due casi dipende da lungaggini ed intoppi burocratici, nel terzo ti prendono apertamente per il culo, ti viene voglia di rompere il muso a qualcuno. Monicelli se n'è andato da pochi giorni, ma il suo monito a non farsi trattare da servi della gleba mi suona nelle orecchie come se fosse seduto accanto a me a strigliarmi. E mi astengo da ulteriori commenti. Queste cose mi fanno veramente uscire dal seminato. Ho già incontrato troppi pezzenti sulla mia strada, sono stufa: non si gioca col lavoro e la dignità della gente! Il risultato? Che ci rimugino, e oltre al portafoglio vuoto, ho un nervosismo ingestibile, affogato il mezza stecca di Loacker al cioccolato. Ma vi andassero per traverso!

giovedì 2 dicembre 2010

Scrivere è sognare?

LAVORO: oggi ho lavorato, col mio contrattino da collaboratrice. Ho scritto, e per la mia gioia mi è capitata anche una conferenza parecchio difficile, con relativi pezzi lunghi come una Treccani. Ma va bene così. Nel frattempo, persone amiche che mi pensano, mi propongono un possibile impiego nelle risorse umane...e io mi sento soffocare! Perché, ovviamente, mi rendo conto che devo e voglio lavorare: in questo periodo non posso mettermi certo a fare la schizzinosa, anzi. Certamente andrò a sentire di cosa si tratta nel dettaglio, anche troppo che si preoccupano di farmi queste segnalazioni. Ma non mi ci vedo a fare dell'altro, per me finire a fare l'impiegata a Spezia sarebbe una sconfitta delle peggiori. Questa prospettiva, molto reale, mi angoscia davvero. Quando è giusto smettere di seguire le proprie aspirazioni?

MILANO: è a 250 kilometri da me. E quantomeno voglio provare ad andare e giocarmi tutte le mie carte.

CHIARA: sono stanca, come mi stanco quando mi sento sotto pressione. E non sono giù, ma questi pensieri sulle occasioni da prendere, anche se non mi piacciono, ma sono utili e anzi necessarie, mi rimbombano nella mente. Poi magari è una bolla di sapone, ma pesa come se fosse di piombo.

mercoledì 1 dicembre 2010

Cicala - Formica 1-0

LAVORO: oggi poco...anzi, solo contatti. Dopo essermi ripresa dai dolori fetenti di ieri e l'altro ieri, ho recuperato due persone del settore con cui parlare non appena tornerò in terra lombarda. Mentre sono qui, tanto per tenere in caldo la penna (o meglio la tastiera), rifarò qualche pezzo per La Nazione. Devo dire che ho proprio voglia di tornare a scrivere per una testata, anche se sono poco più di venti giorni che non lo faccio. Sarò come i drogati che vanno in astinenza?

MILANO: un po' mi manca: stasera ero in giro per Spezia e cercavo istintivamente le vie larghe e lunghissime da percorrere a falcate, l'orario sballato della cena (l'aperitivo me lo sono preso anche qui!), Lorena, Raoul e Luca, i trecento appuntamenti per mestiere e per piacere da mettere insieme, la metro, i mille sconosciuti che incontro per strada. Insomma, il suo essere frizzante, grande, multipla. Di tutto. Però, vero è che contemporaneamente, vicina alle mie radici ci torno volentieri. Starci in pianta stabile è soffocante, ma rientrare quando te ne stai via è bello. Chi mi capisce è bravo.

CHIARA: dopo lo sconvolgimento di domenicasera-lunedì-martedì oggi torno a dimensione umana. Indispensabile una doccia che resuscita i morti, con bagnoschiuma profumato, olio e scrub vari. Che bello, dovrebbero istituirle obbligatorie per legge. Lo slogan "prenditi cura di te" si capisce proprio bene quando ti regali queste sedute di bellezza. Ho la testa da un'altra parte, precisamente Oltreoceano. "The Star Spangler Banner" va in mash up con "Jammin'"...e non rabbrividite figli di Vespucci e Colombo...è proprio così che la mia mente festeggia la vacanzona di Capodanno...aereo prenotato ieri, finalmente al caldo e con il mio fratello Cisco! Che sarà santificato per avermi regalato il volo per raggiungerlo, dato che con i miei risparmi asfittici sarebbe stato impossibile comprarlo. Texas, Jamaica, Grand Cayman e Mexico!!!!!!ooooooooiiiieahhhhhhhhh Come faccio a pensare al lavoro oggi? Non sto più nella pelle, mi concentro sui vestiti da portare, i costumi, i parei...Cicala batte formica 1-0.