venerdì 30 settembre 2011

Photo...shock! (licenza poetica)

LAVORO: la foto sconvolgente non è altro che l'insieme dei dati forniti dall'Istat sulla disoccupazione in Italia. Hai voglia a dire che è in calo! 27,4% è il dettaglio relativo a quella giovanile, in cui rientro ormai per un pelo: un'enormità, che raggiunge un grottesco (come altro definirlo?) 44% per le donne del Sud. Se si va ad analizzare la qualità di queste cifre, si aprono altri scenari sconfortanti: cresce inesorabile il numero dei lavoratori a termine, il contratto a tempo indeterminato è sempre più una chimera e aumentano anche i part time "involontari". Non dimentichiamoci delle discriminazioni scandalose ai danni delle donne in età da gravidanza, e la frittata è fatta. Nel frattempo, i nostri governanti cosa fanno? Leggi i giornali, ascolti la radio, ti guardi intorno e capisci che aumenta di giorno in giorno il fiume dei disperati: chi si rassegna, chi s'incazza, chi è pronto a fare la valigia per cercare speranza all'estero. E intanto, le escort (qualcuno mi spieghi la differenza fra loro e le bagasce, per favore), continuano a scalare i piani, alti e bassi, della politica, dello spettacolo, e non soltanto. Si vede che il mio ottimismo è caduto nella pozione di Obelix, perché certe volte me lo chiedo anche io come posso averne ancora. Vorrei predere in mano una spugna gigante e cancellare molte brutture di questa Italia da tardo impero.

CHIARA: E tanto per rallegrarmi, l'altro ieri, fra un antibiotico (sono riuscita a prendermi l'influenza nel settembre più caldo degli ultimi 150 anni!!!) e una pasticchetta, m'imbatto nel supplemento "R2" della Repubblica, intitolato "Salvati dalla casa di papà". Sì, la casa dei parents, quella dove siamo cresciuti e da cui ce ne siamo andati una o più volte, e dove alla fine siamo tornati come uccelli migratori. Con la nostra stanzetta in cui troviamo relitti dell'adolescenza, che si scontra con un senso estetico e pratico cresciuto rispetto a quando l'hai concepita e dove, almeno nel mio caso, ti muovi come un ninja in mezzo all'accumulo di libri (faccio concorrenza alla Biblioteca Nazionale di Firenze)-cd-disegni-dvd (pochi) - fumetti (una quintalata)-dispense universitarie-bijoux-penne e chi più ne ha più ne metta. Un esercito di note, pagine, colori da far impallidire un mercato delle pulci. Ma, dice Maurizio Ricci nel suo articolo, il "welfamily"inizia a scricchiolare, sotto i colpi dei licenziamenti, della perdita del potere di acquisto e della congiuntura negativa in generale. Cosa succederà poi? Intanto, la moltitudine dei figli "protetti" dalle mura genitoriali (25-34 anni) aumenta vertiginosamente:dal 35,5% sul totale nel 1995 al 52% nel 2009, con punte del 60% nel Mezzogiorno. Quali alternative ci sono, eccetto la fuga oltreconfine? E la situazione peggiora se si sale con l'età: "Per questi quarantenni condannati - conclude Ricci - a restare nella stanza in cui giocavano con l'orsacchiotto e il fucile spaziale, le prospettive sono buie". Speriamo che si sbagli, perché già questa è una penitenza brutta da scontare.

venerdì 9 settembre 2011

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LAVORO-CHIARA: il blog era chiuso per ferie, da due settimane finite. Ho visto bei posti, sono ingrassata l'inverosimile e ora tocca mettermi decisamente a stecca dopo i fasti pantagruelici made in Umbria&Toscana. Insomma, lo sprint da buona forchetta non l'avevo mai perso, ma ora è decisamente tornato in allenamento. Ho lavorato di buona lena prima e dopo il viaggio centroitalico, mi sono concentrata sullo sport soprattutto, seguendo con grande soddisfazione il mio basket e la Nazionale di nuoto di fondo, a Lerici per un collegiale in vista degli Europei. Ho anche condotto la premiazione della Byron, ma con risultati alterni, nel senso che alla preparazione accurata che avevamo fatto con l'organizzazione sono seguiti millecinquecento imprevisti, alcuni dei quali avrebbero fiaccato anche gente dotata di faccia di culo ben più spiccata della mia, che già è notevole, e quindi non è stata perfetta come avrei voluto, ma per quello che è successo va bene così. Anzi, alla fine le difficoltà hanno reso più critici i miei articoli per il giornale. Prima della partenza per il viaggio che mi ha resa una sosia di Buddha, almeno dal petto in giù, mi arriva la mail con cui mi annunciano - dopo il secondo supercolloquio in superinglese coi supercapi che avrebbe dovuto risolvere i miei problemi lavorativi - che non mi hanno presa perché, "nonostante le competenze ottime e l'entusiasmo dimostrato" (o similia), hanno trovato persone più adatte di me per il ruolo. (Seguono considerazioni non molto raffinate non pubblicabili, riassumibili con un bel Maremma Maiala, giusto perché ho nuovamente trovato la mia vena toscana!!!) Non mi perdo d'animo e chiedo un feedback, più che altro per capire quali carenze possano aver motivato la scelta e/o dove, nel caso, avessi sbagliato qualcosa. Sto ancora aspettando dopo un mese (seguono altre considerazioni non molto raffinate non pubblicabili). E minchia, capisco che avete da fare, ma mi sono sorbita 2 viaggi a Milano a spese mie, vi ho dedicato tempo, non poche energie, entusiasmo e tutto..almeno mandarmi due righe per far sì che questo colloquio sia servito a qualcosa, no? Non mi pare di chiedere troppo! Anche perché da un'azienda che mi aveva fatto una così buona impressione, mi sarei aspettata un riscontro. Comunque sapete che c'è? Che ormai per buttarmi giù ci vogliono le cannonate. Continuo imperterrita ad elaborare strategie, idee e qualcosa salta fuori. Statene certi.

MILANO: Considerando gli stipendi medi che offrono intorno alla Madunina mi sembra sempre più lontana - visto che sarebbe impossibile mantenersi con quel tenore dei salari senza avere una famiglia che foraggia abbondantemente alle spalle (attendo frotte di Indignados anche qui) - ; comunque, la città che racchiude una bella porzione della mia storia familiare resta in ogni caso nella cartina geografica del Cercolavoro. Durante l'estate, però, mi guardo bene dal provare l'ebbrezza di sentire il tacco che affonda nell'asfalto in via di fusione, respirare i 40° all'ombra della metro e avere l'Idroscalo come alternativa alle Cinque Terre. In compenso, spulciando su Facebook, ho letto questa frase di Verga pubblicata da uno dei miei contatti big, che mi ha esaltata. E' proprio vero che i grandi passano le barriere del tempo. "Milano è proprio bella e talvolta c'è bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni. Queste seduzioni sono eccitamento continuo al lavoro, aria respirabile perché viva la mente. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella che ti gira attorno, provi il bisogno d'isolarti, assai meglio che se fossi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata da tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie diventando patrimonio per la tua mente". Provate a dir di no.