giovedì 31 marzo 2011

A volte ritornano

BLOG: Avete ragione, me lo avete detto in tanti: è ora di tornare. E scusate tanto, ma la vita da giornalista precaria, sempre in giro con borsa simil valigia, che avrebbe bisogno di una giornata di 36 ore per far tutto, mica è facile! Comunque, il mio spazio web è mancato a me come a voi. Alla fine, è diventato una piccola parte di me, un'estensione che mi diverte scrivere e che mi aiuta a riflettere, rimettere insieme i pezzi di questa avventura e ricalibrare il tiro. Dunque, mettetevi comodi, aprite bene le palpebre, lustrate gli occhiali, cambiate le lenti e godetevi questi nuovi post!

MILANO: Se sono ricomparsa sul blog, a Milano manco, invece da oltre un mese. E' un distacco che se prima un po' mi è pesato, dall'inizio della bella stagione, che qui in Liguria arriva a partire da marzo, sento pochino. La voglia di mare è in ascesa vertiginosa. Dopo questa stasi - dagli aggiornamenti, non ovviamente dalla vita lavorativa, che è attivissima e pauperissima - mi sono reinserita a pieno nella mia città, con varie riflessioni sul periodo passato nella Grand Milan. Confesso che mi ha stupita vedere come le conoscenze contino tantissimo anche lì: forse da buona provincialotta, ero convinta di poter entrare anche senza "rete"; invece, se non sei presentata da qualcuno è piuttosto difficile e lo scarso "bottino" raccolto a livello di feedback lo dimostra. Vero è che siamo in periodo di crisi, e uno dei primi settori che viene tagliato in questi casi è la comunicazione, però mi aspettavo più movimento. Probabile anche che abbia sbagliato qualcosa io, per carità, ma le occasioni non sono volate come avevo preventivato. Altra riflessione, questa di vita quotidiana, è volata poche ore fa dall'esclamazione di un'amica trapiantata sotto la Madunina, che stasera è venuta in Loggia, uno dei pochi locali decenti e soprattutto aperti - il bancomat di Vergassola docet - in città la sera: quando si è accorta che in quattro dei sei tavoli occupati conoscevamo qualcuno (in realtà io in cinque, ma nell'ultimo c'era una chiattona che senza avermi detto più di un "ciao" in passato ha sparso veleno sulla mia testa arrampicandosi in mirabolanti teorie diffamatorie sul mio carattere...ma chitteconosce...'a stronza!!! Per cui, si torna a quattro) è inorridita. E ha compreso il dramma di noi ragazze single nate nella città più sfigata del Nord Ovest: impossibile uscire e avere il brivido di nuovi incontri! Bingo! Da una parte mi piace presentarmi in un posto e trovare tutto il mio codazzo, ma è dagli anni dell'università e del master che questo brivido non lo provo quasi più (eccetto, ovviamente, che nelle trasferte). E mi manca parecchio.

CHIARA: togliete stasera, perché sono sfavata un po' da riflessioni personali, un po' dal tristissimo spettacolino offerto da politici che non verrebbero in mente neanche ad uno sceneggiatore di serie Z in una notte di colica furente, ma marzo mi ha sollazzata parecchio. E come da tradizione, anche quest'anno il mese che gloriosamente mi diede i natali il giorno 5 dell'anno 1977 (a proposito, ho scoperto che il primo numero del Corsera è stato pubblicato il 5 marzo 1876 e la cosa mi ha emozionata tantissimo...e chi mi prende per i fondelli per quest'ultima affermazione verrà fulminato col pensiero, anche se so che soltanto una semigiornalista malata di passionaccia può provare una simile cosa), mi riporta alla vita dopo il letargico febbraio. Festa di compleanno in pieno Tenca's Style a Viareggio, in mezzo al carnevale, Fiera di San Giuseppe onorata da dieta di San Giuseppe (il trionfo dei trigliceridi) e tradizionale gara di piadina ignorante (da quest'anno denominata ufficialmente Piadina Race), super week end a Valencia dalla Fra in mezzo alle Fallas, e pace se nell'ultimo fine settimana sono stata un po' influenzata. Sono molto entusiasta. Con qualche venatura, ma sostanzialmente entusiasta.

LAVORO: dove sei? Nel senso che si lavora, ma si guadagna sotto la soglia di sussistenza. L'unica consolazione è che da g.p.m.d.f. (giornalista pubblicista morta di fame, nda) è che non devo pagare l'Inpgi. Almeno, così mi risulta. Meglio chiamar l'Ordine, va'.

venerdì 4 marzo 2011

Compleanno in vista

LAVORO: ho avuto la conferma che dei due colloqui non ne è andato bene neanche uno. Riguardo il primo lo avevo capito, nel senso che cercavano una determinata specializzazione che non ho, anche se questa storia dell'essere iper ferrati in un solo campo non è indispensabile per far bene l'addetto stampa secondo me. Comunque. Per il secondo, invece, mi girano a elica, essendo non solo tagliata e con i ganci giusti, ma avendo anche avuto un buon feedback (almeno per vie informali). Solo che per l'azienda ero troppo impegnata con attività extra. Non hanno considerato che per un lavoro un minimo sicuro, agli extra una persona può anche momentaneamente rinunciare. Quindi la rabbia è doppia. So che non si tratta di un posto idilliaco, a detta di tutti, però quando c'è bisogno di lavorare non si può fare molto gli schizzinosi. Ma tant'è. Inutile rimuginarci sopra. Più che altro mi interessa avere un riscontro, ho chiesto alla sciura che mi ha fatto il colloquio che cosa, secondo lei e i criteri dell'azienda, non andava e ha giocato a mio sfavore. Poi, voglio fare una considerazione: qui avere hobby e mini lavori è un demerito, in altre realtà il contrario. Difficile capire prima con quale dei due casi hai a che fare. Forse in questi ultimi anni il mercato si è rivoluzionato, ma almeno metà di quello che ho appreso lavorando nelle risorse umane sembra oggi roba da Carlo Codega.

CHIARA: dopo il down di questi giorni e il sentirsi veramente con poche speranze, complice quello che vedo attorno a me, rialzo almeno parzialmente la testa. Non nego che continuino a prevalere i cattivi pensieri, ma sta rifacendo capolino pian piano la parte combattiva di me che di solito prevale. Anche quella propositiva e proattiva. Nonostante non voglia fare la disfattista, vedere come è trattata la questione lavoro in questo Paese mi fa veramente cadere le braccia. E scivolerò per una volta nel qualunquismo anche io, ma veramente vorrei che questi politicanti facessero per un anno la vita di un precario. Anzi, per tutta la vita, se lo meritano! Sono scandalosi. In una sola parola. Non voglio generalizzare, ma persone che mi danno fiducia ne potrei indicare davvero poche. Una l'ho intervistata ieri. Stasera, c'è di buono che, oltre alla parte propositiva-reattiva-proattiva è tornata fuori anche quella della party girl. Per cui, questo compleanno s'ha da festeggiare! Ho voglia di mettere un bel vestito, farmi un bel trucco e andare a scasinare in giro!

MILANO: continue valutazioni sui posti dove vorrei lavorare. Detto fra noi, l'ipotesi preferita rimarrebbe Genova, ma alla fine in questo momento, sarei pronta anche ad andare in una città dove non conosco anima viva. Anzi, forse sarebbe un bello stimolo in più.

mercoledì 2 marzo 2011

Depressione caspica

CHIARA: in quest'ultima settimana mi va tutto a rotoli. Non so. La mia vita è sempre così, da montagna russa. Va bene, per l'80% del tempo, sia perché mi applico e cerco di essere costante, sia perché ci metto entusiasmo. Ma a volte va in down, e in alcuni periodi peggio, come questo. Non credo particolarmente in sfighe, malocchi, ma quando dice male è quello, e state tranquilli che se una cosa deve seguire il verso giusto non lo fa. In questi ultimi giorni, ci manca solo che passi un condor e me la faccia in testa, e abbiamo il quadro completo! E non ho neanche voglia di festeggiare il mio compleanno, il che è decisamente fuori norma.

LAVORO: dall'Emilia, come mi aspettavo, non mi hanno richiamata, e anche dal secondo colloquio tutto tace. Non so, mi sento come se fosse l'ultima spiaggia da non perdere. Certamente a torto, ma il mio ottimismo in questi giorni si dev'essere addormentato.

MILANO: perché non mi hai dato quello che cercavo? Il colmo è essere stata chiamata in altri posti che non c'entrano proprio nulla.