lunedì 21 maggio 2012

Un minuto di silenzio

BLOG-CHIARA: Ieri mattina mi stavo preparando per la seconda presentazione (è per questo che sono sparita dal Cercolavoro...ma ora ritorno!), quella dal taglio più "letterario", inserita nell'anteprima della rassegna "Libriamoci", quando è arrivata la notizia che molti eventi organizzati dal Comune della Spezia sarebbero stati cancellati in segno di rispetto verso le vittime della tragedia di Brindisi.
Un'ora di incertezza, nella quale al grosso dispiacere e alla rabbia per quanto accaduto che mi attanagliava da quando ho acceso la radio e ho sentito le cronache dalla Puglia, si è cercato di rispondere a diversi punti interrogativi: che cosa dobbiamo fare? Come dobbiamo, eventualmente, ricalibrare l'incontro?
Ovviamente, sapevo che di fronte ad una 16enne stesa su un tavolo dell'obitorio questa era una cosa insignificante, ma la vita continua e, cercando di non essere inopportuni, bisogna andare avanti.
Alla fine è stato deciso dai responsabili di confermarla, ma la formula è stata cambiata: non potevo pensare di far leggere alle mie attrici-amiche i pezzi più comici che avevo previsto, da utilizzare in un finale allegro durante il quale invitare i presenti a un brindisi tutti insieme con il vino "Mala Vida" che mi ha spedito dalla Spagna Francesca Della Croce, la mia compagna di avventure del liceo che è diventata un genietto del settore enologico in Spagna.
Non farsi fermare dalla follia ha un senso e lo approvo personalmente, ma almeno per quanto mi riguarda, ho messo in primo piano l'umanità. Mi sono impegnata, divertita, ho fatto fronte agli imprevisti (in carne ed ossa) che non ci hanno fatto provare, mi sono messa in discussione, ma tutto è stato nel segno della morigeratezza, dell'essere lieve, del non strafare, cosa che invece di solito amo.
Grazie anche al mio moderatore, che apprezzo di giorno in giorno di più non solo per le qualità professionali, ma anche perché riesce di volta in volta a cogliere aspetti nuovi e centrali del mio libro, tutto si è svolto come doveva essere.
Minuto di silenzio e poi siamo partiti.
Secondi in cui non c'era alcuna retorica, ma una platea, due attrici e tre relatori che si sono stretti di fronte alla follia, a cui hanno voluto dire no.
Tutti, nel nostro cuore, l'abbiamo rinnegata questa scheggia impazzita che ha voluto colpire la vita che si apre al mondo, una scuola intitolata a chi rappresenta la legalità, la speranza di un avvenire migliore, di credere - nonostante si arrivi dal paese che ha partorito la Sacra Corona Unita - che il domani possa essere diverso.
Il posto della sicurezza, la seconda famiglia, il luogo in cui ti insegnano la retta via. Il vile ha spezzato questi fili, per la prima volta in un paese in cui anche la mafia sembrava tenere un codice, almeno per quanto riguarda le bombe (diversamente da quanto accadde per il povero Giuseppe Di Matteo, vittima di una delle più feroci vendette contro i pentiti).
Che cosa porta un uomo (?) a progettare e mettere in atto una cosa così oscena? A uccidere Melissa, menomare a vita Veronica, se sopravviverà, a bruciare la pelle delle loro compagne, lasciando sui loro corpi segni indelebili?
Ti senti grande? Hai dimostrato qualcosa? Hai scalfito "il sistema" che probabilmente odi? Il tuo ego è appagato?
L'Italia intera ti è contro, e tu non sei né un genio del crimine, né un idolo: spero solo che ti prendano presto e ti lascino in pasto ai carcerati più incattiviti. Non è possibile che un fiore innocente venga spezzato dalla banalità del male.

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