martedì 16 novembre 2010

La dura legge del gol

LAVORO: Per fare gol devi avere fiuto, strategia, e allenarti. E allora, via al marketing. Oggi ho parlato con Riccardo, amico di un amico che lavora in un'agenzia di comunicazione, ma non mi ha dato grandi notizie. Nel senso che, pur avendo fatto ufficio stampa, non ho mai avuto un impiego in questo tipo di realtà, e questa mancanza mi penalizzerebbe parecchio. Non so che pensare. Quindi, serve un piano che neanche al risiko! O continuo con un nuovo corso mirato e iper specifico, o davvero devo essere un cecchino, capace di colpire in maniera millimetrica. Intanto, anche se il responso è di quelli che ti tagliano le gambe, ci provo. Vado avanti. Devo scovare l'ago nel pagliaio. E poi, una volta nella vita, il cosiddetto colpo di c... no???

MILANO: ogni giorno che passa, mi sento sempre più a mio agio nelle sue mille arterie e la pioggia di facce che mi passa davanti. Ne colgo espressioni, stati d'animo, energia, varietà. Linfa. Mi piace interagire con questi sconosciuti. Come il ragazzo del bar che mi fa provare il caffé con la panna e le merighe a sorpresa, come la signora nera piccola e azzoppata che si perde dentro la maestosità della Stazione Centrale e mi chiede da dove uscire. Mentre ero sul treno, ho letto un pezzo di Faletti, che da non famoso, agli albori, prendeva la metro rossa fino a Inganni e tornava a casa. Ora, non me ne frega niente di diventar famosa, ma un po' l'ho sentito vicino. Ho visto la mostra a Palazzo Reale sull'arte araba. Cose dell'altro mondo. Collane di diamanti e smeraldi inestimabili, uno zaffiro grande come una noce, sapientemente modellati, che hanno reso meravigliose donne di secoli fa. Peccato togliergli il calore di un collo appassionato, la luce di uno sguardo. La teca è troppo fredda per queste meraviglie. In quella galleria strabiliante, mi sono soffermata davanti ad una piccola brocca di vetro e mi ha quasi commossa leggere che quell'oggetto, fragile e quasi immortale, era stato modellato mille e quattrocento anni fa.

CHIARA: Andrà come andrà, ma cambiare aria è salute pura. Anche se è aria piena di smog!

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