giovedì 25 novembre 2010

Quando il fegato e il naso dicono basta

LAVORO: giornata di ripristino: oggi dovevo mettere a posto mille dati, appuntamenti, idee. L'ho dedicata a questo. Computer, tabelle, agende e indirizzari. Intanto, altre dritte importanti arrivano. Continua la strategia.

MILANO: stavolta ho detto "no" all'happy hour: a tutto c'è un limite e non posso viaggiare al ritmo di 2/3 aperitivi in 3/4 giorni, altrimenti divento panciuta come una statua di Botero. Quindi, all'appuntamento con l'amico Paolino, sorvolo al completo il bancone delle schifezze e mi prendo un thé alla vaniglia. Alle nove ho i crampi per la fame. In compenso, non so per quale occasione benefica a favore dei bimbi del Niguarda, mi danno una palla di pongo rosso in mano, e mi chiedono di realizzare una figura, un personaggio da aggiungere ad una galleria variopinta. Mi è uscita una maschera che sembrava Carla Bruni! Un'ora di lavoro con strumenti improvvisati, però secondo me era bella. Milanesi (oriundi) del giorno: Sid Vicious e Johnny Rotten. Portati nel capoluogo lombardo da un varco spazio temporale, sono appollaiati su due sedie vicine nel tram che prendiamo per raggiungere la metro al ritorno. Sono punkissimi, quarantenni, puzzano in maniera imbarazzante, parlano inglese e se li vedesse Vivienne Westwood sarebbe colta da un attacco di nostalgia acuta, come minimo. Fatto sta che, stanchi di affrontare questa insormontabile barriera di fetore, io e Paolo, che ci eravamo accomodati davanti a loro, cambiamo posto dopo tre minuti.

CHIARA: di tutta Milano solo una cosa temo: la coincidenza serale fra metro e bus; stasera ho rischiato di restare tre quarti d'ora al freddo e al gelo. E minacciano pure la neve. Io oooodio la neve! Lo shopping autarchico oggi segna un gol alla Roby Baggio: sono riuscita a prendermi gli stivali di gomma antipioggia a 20 euro! Affarone!

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