mercoledì 15 dicembre 2010

(Speciale) Sindrome di Stendhal

MILANO: appena ne ho sentito parlare alla televisione ho scommesso con me stessa: quanto tempo riuscirai ad aspettare prima di andarci? E tanto non mi conosco.. ieri sono arrivata a casa alle sette e mezza, stasera, una volta finiti i miei giri, ero già all'appello. Troppa la curiosità di vederlo, di ammirare le opere al suo interno, famose e non. Andateci anche voi: il Museo del '900 è veramente da non perdere. Il bagno di emozione inizia con il "Quarto Stato" (ho scoperto oggi dalle didascalie che Pellizza da Volpedo si è suicidato in seguito all'insuccesso della sua tela, per tragica ironia della sorte diventata poi celebre in tutto il mondo). Visto dal vero è monumentale, vive, fa rumore. Poi Boccioni, meraviglioso, Carrà, con il suo Cavaliere Rosso che sguscia dalla cornice, De Chirico, Picasso, fino a Fontana, Burri. Un'indigestione, con un fil rouge legato inscindibilmente alla città. Cosa mi ha colpita di più? Oltre alla tela che inaugura la fantastica galleria, "La convalescente" di Arturo Martini, scultura così intensa e verosimile che ti viene da farle una carezza, e "Malinconia" di Sironi, un grande che conosco poco e la cui opera dovrò approfondire. Ci sono anche espressioni che proprio non capisco (confesso che per me l'arte si ferma agli anni Cinquanta), ma provo a comprendere, e mi pare di esserci entrata un po' più dentro. Davvero magnifico e suggestivo questo viaggio: mi dà quasi un piacere sensoriale stare immersa in questi corridoi. E' serotonina, elevazione, mente che si apre, identificazione. L'unico neo, le didascalie a formato "nano", scritte con caratteri impossibili da leggere se non ti abbassi. Solo che poi ti viene la gobba di Andreotti. L'esposizione, partita con una grandiosa spirale, si conclude con un salone panoramico con vista su Piazza del Duomo, meravigliosa sotto le luci del Natale. E' così bella, che quasi quasi alla Moratti le perdoneresti anche quello sgorbio della boutique Tiffany che ti prende a pugni gli occhi da laggiù. Piccola postilla: dopo aver ammirato questi capolavori, se risento chiamare i finiani "futuristi" inizio a scrivere alle redazioni per protesta!

1 commento:

  1. I futuristi (quelli veri) hanno iniziato in Italia la loro attività col proclama di F.T.Marinetti nel Teatro Civico della Spezia, e non ne esistono altri. Viva La Spezia! =)

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