venerdì 17 dicembre 2010

Under Zero

MILANO: ancora più freddo di ieri. Torno dalle mie escursioni e il termometrone al lato della montagnola segna -4; alle 19, assisto a questa scena: padre e figlio di circa 8 anni a correre insieme, e il genitore che incita il bambino come se fosse Usain Bolt alla finale dei 100 perché sta andando "troppo piano"! Ma io chiamo il Telefono Azzurro! All'ora di pranzo, mentre stavo andando a mangiare dalla Paolona (certe amicizie sono inossidabili come l'acciaio, e non mi metto a parlare di sua figlia Giulia, altrimenti scrivo solo di quello) mi faceva quasi male l'aria che entrava nel naso. E non esagero. Mi girava la testa. Era così insostenibile che ho rinunciato a vedere la mostra fotografica su Mick Jagger allestita lì vicino. Tornerò a farlo nel nuovo anno, ho già un'agenda fitta di "x" da tracciare. Ormai mi sento a casa, mi muovo bene nella città, anche se devo "collegare" le zone, avendo come riferimento la metro. Però, confesso, ho una forma mentis impostata sulla Toscana: qui è tutto diverso, mi viene automatico fare riferimento a certe architetture, a precisi colori, ad un gusto uniforme e ben definito, che caratterizza Firenze come Pistoia. Mi mancano il respiro rinascimentale, l'armonia di tanti tasselli che si incastrano alla perfezione, e anche quell'accento che mi piace tanto. Qui, invece - anche se le bombe della Seconda Guerra Mondiale hanno influito non poco - ci sono dei guizzi di signorilità ed eleganza appiccicati a posti inguardabili. Cammini e ti trovi un monumento storico inghiottito da metri cubi di cemento. Sarò forse troppo esteta, ma quando vedo queste cose, avverto un non so che capace di disturbarmi.

LAVORO: oggi ho un po' latitato. Inizio a sentire anche io l'aria vacanziera. Mi sono rivolta all'agenzia che mi ha suggerito il contatto "big", con tanto di setacciamento sito e offerte, ma la titolare mi ha detto che se non arrivo da un'agenzia di comunicazione non ho speranze. Non lo dico per scarsa umiltà, ma mi sembra un atteggiamento davvero stupido. Comunque il CV l'ho spedito.

CHIARA: circondata dal ghiaccio, sono come una bimba di 3 anni: pesto le aiuole per sentire l'erba scricchiolare sotto i piedi, infilo il dito nello strato bianco depositato sulle macchine, rido fra i denti - neanche tanto - quando vedo la gente che corre con i pantaloncini corti semiassiderata. La giornata scorre tranquilla, domani faccio le valigie e me ne torno. Sarà quel che sarà. Se potessi esprimere un desiderio per il mio futuro, vorrei fare la scrittrice, collaborare con qualche giornale, vivere tranquilla e serena fra Firenze e Riomaggiore con una persona accanto che mi entri nelle corde. E un blocco da disegno su cui mettere le mie idee.

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