venerdì 18 febbraio 2011

Primo colloquio!

LAVORO-MILANO-VIA EMILIA: ore 15.45, Stazione Centrale. Sto pensando a dove prendere il caffé velocemente prima che il treno parta (ho un quarto d'ora), e nel frattempo mi guardo un giovanotto incredibilmente bello e post grunge che fa la mia strada dalla banchina di Cadorna (è incredibile quanto la grandezza della gare fasciste - essendo datata 1931 - richieda tempi dilatati per fare insieme tre cose che in una qualsiasi altra riusciresti a portare a termine in 5 minuti) con tanto di mezzo innamoramento estemporaneo alla Dylan Dog, quando suona il telefonino. Numero di cellulare che non conosco...rispondo imprecando contro la natura che durante i viaggi non ci fa spuntare due braccia in più, e finalmente ci siamo: mi chiamano per un colloquio! Anche se non sono una che viaggia con i cornini in tasca, non dico di che si tratta per questioni di scaramanzia. Saprete soltanto che, in barba alle telefonate e ai quintali di CV sparsi per Milano, il posto vacante è in Emilia! Il ruolo ha molto a che fare con la mia figura, il campo meno. A parte il piacere di aver rivisto le amiche, Lorena, Raoul, la Zia Angela, Paolona & Family, Tommaso tornato dall'Olanda e di aver fatto quattro chiacchiere davanti ad una pizza con Luigi, questa settimana di milanese ha avuto ben poco. Non ho visto il Duomo, ho usato i mezzi col contagocce, anche se finalmente non mi sono incasinata col 69, evitando gite indesiderate a Molino Dorino. Questa mattina, purtroppo, c'è stato l'ennesimo morto nella metro. In compenso, i miei bei trenini sotterranei dopo pranzo mi hanno offerto al modico prezzo di un euro una panoramica su persone esteticamente assai pregevoli. Raramente ne ho viste così tutte insieme. La vagonata giusta! Tanti look, lineamenti e colori diversi, ma ho fatto il pieno di grazia e bellezza. Un'esteta visiva con spiccato amore per l'arte e lo stile a queste cose ci guarda. In compenso, nel mio scompartimento, c'era un tamarro da competizione mica da poco! Un antidoto, la punizione divina al peccato originale! Fra le varie chicche che lo caratterizzavano, l'anello fatto a bullone, la fruit stampata a maniche corte con il panciotto sopra, un bicipite grande come una mia natica (e non fate battute, che vi sento col pensiero!) e una sua foto in veste da modello - deve aver pagato caro perché di viso è uno scaldabagno - sul desk dello smartphone. Essìssignori! Poi, di fronte a me, c'ero io in versione sessantenne: maglia e borsa rossa, alta, frangetta, attaccava bottone con quella in corridoio per parlare di gatti, aveva una marea di scartoffie, dormiva e se la rideva e quando era sveglia faceva la spola col bagno. Non c'è dubbio, proiezione perfetta! Altri due compagni di viaggio incolori, e davanti a me un toscanino influenzato: se mi ha attaccato qualcosa vado a cercarlo a Livorno col bastone chiodato! Settimana strana. Mi rimane in mano un bigliettino da visita di una pizzeria col disegnino di un pomodoro e un quintalino di emozioni contrastanti.

CHIARA: non riesco a dormire bene. Anzi, dormo malissimo. Quello che è successo a Diego mi ha troppo frullata, mi sembra una cosa da incubo. Poi un po' di pessimismo cosmico per non essere riuscita a procurarmi colloqui (almeno fino al "drin" in Centrale), e la quasi febbre per gli ettolitri di pioggia che ho preso munita di un mini ombrellino rosa, mi hanno tolto la mia verve solita, a parte negli incontri con gli amici. Ma, ovviamente, queste sono scemate: a pesare, è stata questa terribile scomparsa. Stamattina ho scritto nel comunicato del Follo che faremo un minuto di silenzio in sua memoria e mi sono messa a piangere come una fontana. Piena di zampilli. Ho finito l'ultimo libro di Giovanni Lindo. Ragazzi, ma vi rendete conto che oltre a parlare come Claudia Koll dopo la conversione, in quelle pagine loda Ruini e Trichecone Ferrara? E dichiara di comprare con grande piacere "Il Foglio"? Ecco: è questo il colpo di grazia! Ho aspettato più di un anno per leggerlo tutto, quel volume iniziato con tanto di dedica che mi ero fatta fare dalla Feltrinelli a Genova. "A Chiara. Ferretti Giovanni Lindo". Prima il cognome e poi il nome, come i bravi ragazzi di paese. Giova' ma non puoi dire queste cose! La tua personale Via di Damasco la posso anche accettare, le invocazioni cristiane pure, e inoltre, ti dico che sei un gran poeta e hai una scrittura fantastica, ma la tua battaglia contro le donne per quella porcata del referendum sulla procreazione assistita, partorita da un macellaio, no!!! Come ti posso pensare mentre scrivi a quel panzone in mutande? Tu! Che eri fedele alla linea, punk, con la cresta, con gli occhi di uno zombie annullati da una miscela di valiumtavorserenase! Tu che per generazioni hai rappresentato la ribellione! E pensare che la dedica non me l'ero fatta fare neanche da Ammaniti. Solo da Preve quando gli ho presentato il libro, ma per lui c'è una grande grande stima. Last but not least...anzi no...least: la Bellucci intervistata da Morandi. 1) vi prego questo mestiere fatelo fare ai giornalisti 2) A' Monica!!! Tanto lo sappiamo che sotto sotto parli ancora in umbro! E smettila di far la sofisticata!

2 commenti:

  1. Ciao bella,
    Quella storia del tuo amico mi ha colpito tanto...da veramente l'idea di quanto siamo tutti fragili, la precarietà dell'esistenza...
    Incrocio le dita per te per il tuo primo colloquio, sperando vada in porto o che altre occasioni ti si presentino, perché ti stai impegnando talmente tanto!
    Per quanto riguarda Ferretti: pensare alla sua mutazione e alla vicinanza a servi venduti come Ferrara mi fa accaponare la pelle..si, scrive e parla ancora come un gran poeta...ma preferisco continuare ad ascoltare CCCP-CSI-PGR e non leggere più che cosa pensa al giorno d'oggi, accecato da un dogmatismo più feroce e implacabile di quello comunista che seguiva. Tutti i dogma sono veleno, e quelli religiosi sono particolarmente pericolosi..
    Veronica

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  2. ciao Vero!
    Grazie per il bel commento...non ti rispondo tema per tema, perché concordo con tutto :D

    L'unica cosa che ci tengo a dire è che purtroppo, anche se sarebbe meraviglioso non fosse accaduta, questa tragedia ci insegna davvero tanto...
    un bacione!!!

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