mercoledì 6 luglio 2011

Il Gioco dei Sosia

MILANO: E prima o poi si doveva ritornare, e in quest'inedito periodo estivo, una capatina sotto le guglie - che in realtà non ho visto - l'ho fatta per una ragione più che ovvia e giusta: colloquio di lavoro. Questa volta, me la sono giocata, però, per un posto nella palude sonnacchiosa, i cui dettagli, come da mini tradizione di questo blog, non rivelerò neanche sotto tortura. Dico solo che si tratta di una multinazionale e che cercano una persona per una mansione inedita, che lavori per l'ufficio stampa-eventi e produca reportistica. E che possibilmente parli l'inglese come una redattrice del Times (procedete qualche riga per avere i dettagli). Ormai quando arrivo nella GM (Grand Milan, ma che ve lo specifico a fare), mi sento a casa: mi muovo spavalda nella metro, non mi perdo e, esattamente come per l'andare in bicicletta, si fa presto a risalirci dopo un po' di tempo che passa riprendendo il giusto passo. Stavolta ero con il Capitano (mio papà, nda), che mi ha gentilmente scarrozzata in macchina; levataccia alle 6, con grosso trauma per la sottoscritta, arrivo dopo coda in tangenziale a Famagosta - parcheggio democratico - metro verde, poche fermate e stop a Moscova. Vado, faccio il mio show e torno; mangiamo ad un baretto-caffé-panificio dal bagno più nascosto della stanza della bella addormentata, che ci propina un'insalata così composta: rucola: 10 cm in altezza; pomodori pachino: n° 3 tagliati in quarti; mozzarelle: 2, dal diametro di neanche 5 cm. Acqua: 33 cl. A me 33 cl? Più tre michette - ottime devo dire - in due. Secondo voi 1,5 micromichette è una quantità sufficiente per un omone di 1 e 90? Bah, comunque, Largo La Foppa, dove siamo stati per questo pranzetto assai light, nell'atmosfera insolitamente fresca di questo 5 luglio, è incantevole. Rilassato, curato, brulicante di gente di tutte le razze che parlano a destra e a manca. C'è una canadese a fianco a noi davvero petulante, a suo confronto sembro muta. Bello questo meltin' pot meneghino. Irresistibile. Lo adoro! Ma come fanno i propugnatori della stirpe pura a non volerlo? Poveri imbecilli. E' un'energia inarrestabile, linfa della società. E per la mia gioia, proprio lì dietro, un fantastico store Custo Barcelona, dove, aiutata da una commessa sicula simpaticissima, che si è sorbita il mio pippone da promoter turistica sulle Cinque Terre assai docilmente, mi aggiudico una pillola assai gradita di saldi made in Milan: maglia strabella in pieno stile Tenca. E che c'entra il titolo di questo post, vi chiederete? Talis pater... Dopo due minuti in metro, il Capitano guarda il tipo davanti a noi e mi dice: "Questo è uguale a Saviano!" Il Gioco dei Sosia continua! D'altronde, con una Barbara D'Urso similberlusconi che da una pubblicità mi raccomanda di rivolgermi a una catena di studi dentistici di cui non oso immaginare la parcella per sbiancare il mio sorriso, è stato fin troppo facile ribattere...

CHIARA: Vado al colloquio con lo spirto guerrier del migliore Foscolo. O la va o la spacca. Sono tornata volentieri, ho definitivamente fatto pace con questa metropoli. Le voglio bene. Mi stimola e vorrei farci capolino più spesso. Chi vivrà vedrà. L'estate inizia da vecchietta, ma mi riprenderò. Ce la faccio, dai! Passo da casa della Lorena a prendere le cose che avevo lasciato lì, ma senza di loro - ora in vacanza - non mi piace, toccata e fuga. Poi, sorpresa alla Zia Angela, che è contentissima, e puntata anche dal cugino del Capitano, Vittorio, che si è trasferito nell'Oltrepo Pavese. Ma il Cielo, che fino a quel momento aveva fatto andar bene la giornata, anglotortura a parte (vedi "LAVORO") mi gioca un tiro che più mancino non si può. La casa del milanese fuggiasco è a due km da Stradella, dove il mio ex fidanzato Alessandro ha lavorato fino alla fine. Ma soprattutto, è a una manciata di minuti da Broni, da quel paese maledetto che gli ha dato la morte in un incidente stradale. E mi sento come se mi avessero strappato il cuore! Quella terra dai versanti dolci e ridenti, l'ho maledetta più che ho potuto. Avrei voluto bruciarla tutta e sputarci sopra, io che gli sputi li detesto. Poi, quel nome che tanto odio è sparito dai cartelli, finalmente, e si è portato via anche il terrore di vedere la sua foto e un mazzo di fiori seccato dal sole a bordo della carreggiata. Sotto gli alberi di Vittorio un gattino mi è stato vicino come se fossi la sua padrona, un fienile antico pieno di storia contadina mi ha distratta, e finalmente abbiamo lasciato quei posti che vorrei far sparire dalle cartine alle spalle. Ho seguito il sole, come mi hanno suggerito. Mai consiglio, anche se dato inconsapevolmente, fu più azzeccato.

LAVORO: Fight! Mi preparo, dopo il colloquio telefonico di scrematura, studio il sito dell'azienda, mi pongo come una mente mezza letteraria e mezza matematica - fortuna che ho fatto lo scientifico e Storia all'università, quindi penso di esser risultata credibile - e armata di faccia di qiulo di ordinanza, professionalità, proattività, mi siedo al desco con i classici 5 minuti di anticipo - impossibili nella vita reale - pronta ad offrire la mia "onniscienza" alla selezionatrice. Il colloquio dura tanto e mi sembra di esser andata bene, anche perché le domande che mi vengono poste dimostrano come stiano soppesando con ogni crisma necessario chi sta sul banco dei candidati, ma arriva a ciel sereno la surpresa...anzi: the surprise! Dopo il rompicapo psicologico di rito - stavolta c'erano le crocette e non "valuti da 1 a 5 quanto si sente..." - arriva il test d'inglese, e ne esco distrutta! Peggio dei compiti di matematica pieni di cerbero-integrali! Tecnico, tecnicissimo. E io che lo parlo discretamente bene, e lo considero uno dei miei punti di forza, guardo il foglio con espressione bovino-trigliesca e mente attonita! Fra le varie delicatessen, vince un articolo del Newsweek per una comprensione - in cui solitamente riesco da 10 - incomprensibile, sui tablet Apple e competitors nel mercato, con tanto di spiegazioni su hardware e software. Già non ci capirei un belin, per dirla alla spezèa, in italiano, figuriamoci nella lingua della perfida Albione! Accidenti, se faccio queste citazioni, vuol dire che sono proprio rimasta traumatizzata...Comunque, confido sul fatto che non ci siano decine di menti matematiche che flirtano con le funzioni avanzate di excel in grado di scrivere ottimi comunicati stampa, organzzare eventi cool ed entusiasmanti, ma anche di sostenere un anglodiscorso con i capi parlando della pinza appoggiata dall'operaio del cantiere al terzo piano dell'impalcatura, proprio sopra il punto in cui hanno riposto il cartello "attenti, lavori in corso", per scoraggiare eventuali estranei dal percorrere tratti pericolosi. E se lo trovano, lo voglio conoscere, in carne ed ossa!

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