venerdì 17 febbraio 2012

Pink enemy

LAVORO-DONNE-LA SPEZIA: visto che tutti avete internet, mi tolgo il dente e vi segnalo due articoli dalla Chiarassegnastampadigiovedi'16febbraio2012:

number one - generalizzando: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/02/16/visualizza_new.html_99667593.html

number two-giornalisticando: http://www.rassegna.it/articoli/2012/02/16/83633/giornalisti-precari-mille-euro-al-mese-un-sogno

Fortunatamente per voi, ho da poco assistito all'esibizione di Patti Smith e dei Marlene Kuntz che ha nobilitato quello sconcio di San Remo - come ogni anno da tradizione supportato dal mitico blog di Assa&Cast - e ancora piena di endorfine per questo orgasmo musicale che e' la loro versione di "Impressioni di settembre", non mi voglio innervosire.

Con poca coerenza, quindi, vi parlero' questa sera di una questione che effettivamente mi agita non poco, ma conto sempre sugli strascichi benefici che la Poetessa appaiata a Godanuccio&co. continua ad esercitare sul mio cervello e vado avanti. Ora c'e' anche Noa, e vi diro' divagando, che sono onorata di aver visto dal vivo due artiste di questo calibro. Ma vamos adelante.
A proposito di donne.
Tasto delizioso e dolente, esseri capaci di dare la vita, solidarizzare come sorelle, ma anche di covare invidie dalla lingua biforcuta e commettere bassezze incresciose. Amiche, ma sempre un gradino sotto gli uomini, secondo me, nel "fare spogliatoio" e nel pararsi le spalle fra loro, senza quel filo di infantilismo tipico dei maschietti in certe situazioni.
Purtroppo la lista delle schifezze che mi vengono riportate come ad un padre confessore - ed in quanto investita di tale ruolo, manterro' rigorosamente il segreto professionale - si allunga e questo mi manda veramente in bestia.
Come ho avuto modo di scrivere in un articolo pubblicato di recente sull'argomento, spesso uno dei piu' grossi ostacoli all'emancipazione femminile sono le donne stesse. E non parlo solo di manager che ambiscono ad una sola piazza disponibile nell'Olimpo, ma del rapporto fra superiori e sottoposte.
Vi ho gia' fatto un accenno a questo episodio, ma non ve l'ho mai raccontato per intero: una volta mi sono giocata un colloquio che sembrava perfetto perche', passati 40 minuti ed oltre di chiacchierata, la capa e le sue adepte mi hanno congedata con un discorso sul fatto che non avrei dovuto per alcun motivo sognarmi la maternita' (cosa che, fra l'altro non ho pianificato e non so mai se mi interessera', ma di certo non mi voglio precludere per un obbligo deciso dall'alto da chi non ne ha alcun diritto) e metterle quindi nei casini, dopo aver specificato poco prima che la pausa pranzo era ridotta a mezz'ora perche' tutte avevano i bambini a cui preparare la cena. Non mi sono scomposta, ho semplicemente detto loro, dopo aver specificato che avevo compreso al meglio le dinamiche aziendali, che trovavo "aberrante" imporre veti di questo genere ad una donna. Soprattutto se a farlo e' qualcuno che ha avuto la tua eta' solo una decina di anni prima, si trucca, ha le mestruazioni, si fa le unghie, mette a posto la casa e fa da mangiare come te.
[NB. voglio specificare che non sono una che vede solo bianco o nero: assolutamente non condivido chi fa la furba, si mette in gravidanza a rischio quando non lo e', e penso che le aziende andrebbero supportate nel sostenere gli oneri delle maternita'. Ma il mondo in qualche modo bisognera' mandarlo avanti, no? O ci vogliamo estinguere?]

1 commento:

  1. Hai, come sempre, centrato benissimo il problema. Condivido in pieno tutto quello che hai scritto e sottolineo la tua coerente e coraggiosa risposta all'"aberrante" (unica possibile definizione) veto imposto dalle megere in questione....non ho parole, se dovessi per qualche sconosciuto motivo diventare così arida e cinica sei autorizzata a gambizzarmi senza pietà...e non dico in senso metaforico.....
    Cina

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