giovedì 19 aprile 2012

L'articolo più difficile

CHIARA: ne parlo ora che il pericolo è scampato, e quindi mi è più facile farlo, ma questo week end ho vissuto un vero incubo, a livello umano prima di tutto, come addetta stampa e come giornalista poi.
Da quando ho sei anni frequento i campi da basket e non ho mai assistito ad una cosa del genere: uscire dal parquet con un'emorragia cerebrale dopo uno scontro fortuito.
Ero al tavolo a segnare i punti e a prendere appunti per il comunicato da fare l'indomani mattina - una posizione che mi ha fatto vivere il tutto ancora più intensamente - quando ho visto Alessio che si lanciava su un pallone; subito il colpo, il tentativo di rialzarsi, la dottoressa che andava verso di lui e il film è cominciato. Una breve sequenza di attimi, in cui ci siamo resi conto che la situazione era davvero drammatica; ero lì, di fianco a lui quando lo hanno portato a bordo campo e non riusciva a parlare, gli ho dato una carezza nel tentativo di calmarlo, poi l'ossigeno, il trasporto all'ospedale (con l'insensata non-decisione degli arbitri di non sospendere la partita, nonostante la gravità dell'incidente...se non si fa in questi casi, mi piacerebbe sapere quando lo ritengono opportuno!) e la girandola di telefonate, fino al responso degli esami all'una di notte.
Sono quelle situazioni in cui rivedi tutto come un film, ti senti smarrito e incredulo, soprattutto se pensi alla simpatia, alla vitalità e all'età della persona in questione.
Poi, il giorno dopo, ci siamo stretti ai genitori all'ospedale e mi è toccato rivivere almeno 15 volte quella brutta esperienza: ho descritto per La Nazione tutto quello che ho visto nell'articolo della prima pagina, ho recuperato i frame dei filmati dei momenti più drammatici, ho risposto a tutti gli organi di stampa che volevano dettagli sulla notizia (senza contare le persone che si interessavano per avere semplicemente aggiornamenti), da Rai regione alle radio ai giornali. Tutti parlavano del numero 9 della Igm Follo. Un avvenimento che già di per sé avrebbe avuto una vasta eco, ma che nel giorno della morte dello sfortunato Piermario Morosini e della pallavolista venezuelana Veronica Gomez ha fatto ancora più scalpore, se possibile.
Da mesi sto realizzando pezzi e interviste su amici o conoscenti: una nuova "abitudine" che spesso comincia davanti a un caffé o una birra, per portarmi a conoscere nuovi aspetti, farci una risata insieme e ricordare - spesso - i vecchi tempi. Questo sempre per occasioni positive, non per momenti da cancellare. Per rispetto dei miei compiti ho fatto tutto ciò che dovevo fare, ma ad essere sincera, quell'articolo spero di dimenticarlo il più presto possibile, perché mai avrei voluto scriverlo.
L'importante è che ora si guardi avanti, e che Alessio continui a riprendersi in fretta come sta facendo...tanto lui è come me: zitto non ce lo fa rimanere proprio nessuno!

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